EUGENIO TANZI
Il quadro economico e sociale di Chiaravalle rende anche l’idea del perché in questi luoghi abbia così tanto attecchito lo sciopero come forma di lotta del proletariato agricolo e di come abbia potuto svilupparsi il sindacalismo rivoluzionario. La presenza di un uomo come Eugenio Tanzi a Chiaravalle ha certamente dato un grosso impulso a questa lotta per l’emancipazione dei lavoratori di cui è stato l’alfiere, ma la zona è stata senz’altro un laboratorio dei più peculiari nella storia nazionale del sindacalismo rivoluzionario. […] Era nato nel 1877 nelle casette che ancora oggi sono ricomprese nel muro di cinta occidentale del convento, vicino al portone di ingresso. Da giovane faceva il barbiere insieme al fratello Emilio. Più tardi, sempre nei locali vicini alla sua modesta casa aprì una piccola osteria con un minuscolo spaccio di generi alimentari. Alla fine dell’Ottocento entra in contatto con il nascente movimento socialista e nel 1900 diventa segretario del nuovo circolo socialista costituito a Chiaravalle e successivamente della “Lega di miglioramento tra contadini”, l’antesignana dei moderni sindacati di categoria. […] A Chiaravalle […], dopo la prima guerra mondiale, Eugenio Tanzi riunisce tutti i suoi sforzi per creare una cooperativa agricola per la conduzione di alcuni fondi agricoli presi in affitto dagli Ospizi Civili: assumerà la denominazione di “Redentrice del lavoro”. Viene costituita il 16 febbraio 1919 a Fiorenzuola d’Arda […]. Tanzi svolge le funzioni di direttore della cooperativa. […] Il 1921 è l’anno in cui i fascisti mettono in campo il maggior potenziale di violenza. […] Il loro intento è quello di intimidire gli antifascisti del luogo colpendo i personaggi più rappresentativi, alcuni di questi sono uomini della cooperativa. L’obiettivo principale è certamente Tanzi, ma in paese non arrivano mai a picchiarlo anche se viene intimidito più volte. […] Il 1922 […] è anche il periodo in cui Eugenio Tanzi viene aggredito a bastonate dai fascisti a Piacenza. Questo lo spinge ancor di più ad intensificare i suoi rapporti con Parma. […] Siamo nell’autunno 1922 e gli uomini della cooperativa, seppur maltrattati, oltraggiati e intimiditi tengono ancora duro con la loro esperienza associativa. Sperano che i brutti tempi passino e Tanzi rappresenta sempre per loro la volontà di resistenza, l’esempio da seguire e appoggiare. […] nella notte tra il 17 e il 18 ottobre, si accorge che la barchessa del fieno ha preso fuoco. […] Eugenio Tanzi è tra i primi ad uscire e si trova nel mezzo del cortile illuminato a giorno. Una scarica di fucileria lo coglie in pieno e si accascia a terra con un grido soffocato. […] muore il 1o novembre 1922 mentre il fascismo, trionfante, sale al potere in tutta Italia.
Tratto da:
F. Sprega, Terra e contadini nell’Alsenese all’inizio del Novecento, in C. Oltremonti, F. Sprega, Eugenio Tanzi e le lotte contadine nell’Alsenese del primo Novecento, Tep, Piacenza, 2005, pp. 71-90